VOGLIAMO ESSERE PANE, COME TE
In questa calda e vacanziera domenica di agosto, la liturgia ci fa soffermare ancora sul capitolo 6 di Giovanni. E qui Gesù, ancora una volta, si presenta come Pane. Pane disceso dal cielo. Pane della vita. Chi ascolta si scandalizza: “Non è Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui conosciamo il padre e la madre”. Questo Messia che percorre le strade della Palestina, che siede a tavola con gli amici e i pubblicani, che ha costruito mobili da Dio…scandalizza e sorprende. Non può proprio essere “l’atteso delle genti”!
L’immagine di Dio che sempre ci portiamo impressa è di un Dio potente, solenne, inaccessibile…che abita i templi e le chiese. Gesù è un Dio che ama la normalità, che spesso per noi è sinonimo di banalità. Che esce per le strade e abita la quotidianità della casa. Fa gesti semplici, quotidiani: mangiare, spezzare il pane, prendersi cura, guarire…Si fa accanto ad ogni uomo e insegna così alla Chiesa, ad ogni cristiano, “che non si può fare comunità senza vicinanza” (papa Francesco).
“Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi”. Così scrive San Paolo alla comunità di Efeso . Si’, possiamo imparare quest’arte del vivere e “ritrovare il gusto per l’umano” guardando a Lui, imitando Lui, mangiando il Pane della vita. “Noi siamo quello che mangiamo” affermava Feuerbach… E per il corpo e per il cuore vale la stessa legge. Se ci nutriamo di cibi sani, il nostro corpo sarà sano…se ci nutriamo di Eucaristia, diventiamo Eucaristia.
“Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” (Gv 6,50-51). La logica dell’Eucaristia è quella del seme, della croce, dell’umiltà…Signore, facci comprendere che la via dell’umano è il dono e infondici audacia e coraggio per vivere una vita appassionata e bella come la tua!
Viola Mancuso, pme
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