Il Vangelo di questa domenica (Mc 10,35-45) parte con una richiesta diretta e sincera. Due discepoli e due fratelli vanno da Gesù e chiedono un posto speciale per loro, ma non su questa terra, nella gloria. Eppure Gesù poco prima (Vangelo di domenica scorsa Mc 10,17-30) aveva promesso con certezza il centuplo su questa terra e la vita eterna. Giacomo e Giovanni vogliono qualcosa di più e sono anche disposti a bere il calice che berrà Gesù…Per un posto speciale si è disposti a tutto!

Gesù si mette a disposizione, ma richiama i due a prendere consapevolezza del proprio grande desiderio che nasconde certamente la voglia di primeggiare: “Non sapete cosa chiedete”. O meglio non sapete dove vi può condurre questa vostra ambizione. Poi ricorda Gesù che tutto è nelle mani del Padre come lo è anche Lui, in un totale abbandono alla sua volontà, senza pretesa alcuna.

Non potevano anche questa volta mancare le reazioni degli altri, indignati e forse invidiosi, non di come pensano Giacomo e Giovanni…In fondo tutti vogliono primeggiare, avere un premio per la loro sequela al maestro. Gli altri discepoli sono infastiditi dal fatto che i figli di Zebedeo si sono proposti, hanno giocato d’anticipo, quasi in contro piede: tocca al maestro assegnare i posti, stabilire chi è il primo  o il secondo. Gesù non è venuto per indicare e stabilire dei posti, non fa le classifiche, propone però  il servizio come la strada  per il primo posto, diventare servi per scelta e convinzione. Gesù propone un netto paragone: come pensano i dominatori di questo mondo e come dovrebbero pensare loro, suoi discepoli.

“Tra voi però non sia così”. Un altro insegnamento incomprensibile per i discepoli, pur offrendo Gesù il suo stesso esempio: “Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”.

Non avere un proprio posto, un proprio privilegio, un proprio vantaggio, ma…dare la propria vita. Tutto questo diventerà chiaro forse, quando Gesù si cingerà il grembiule, offrirà il proprio corpo e sangue, si caricherà della croce. Ma chissà se per i tanti discepoli che la storia del Cristianesimo ha rigenerato è chiaro che il figlio dell’uomo è venuto a servire, non a farsi servire!

Insieme a Giacomo e Giovanni, insieme agli altri dieci che si indignano c’è una Chiesa che fa fatica a comprendere il vero senso della sequela. Ci siamo noi tutti desiderosi  di una sana coerenza,  ma nello stesso tempo ansiosi e paurosi…Servire basterà per essere felici? Gesù ci ha confermato che è così, e allora, non c’è che fidarsi e continuare il cammino con fiducia.

Sr Giuliana

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