Questa pagina evangelica di Marco ci fa incontrare Gesù nel tempio che insegna alla folla. Gesù nel suo insegnamento esorta a fare una scelta, decidere da chi “guardarci” e anche a chi guardare. Ci sono gli scribi, una categoria che vive per l’apparenza, e l’ipocrisia è il loro distintivo. Tutto ciò che fanno è perché venga visto dagli altri uomini, in nome di Dio cercano se stessi. Non c’è cuore, né umanità nei loro gesti, nelle loro scelte, nelle loro offerte: “Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere”.
Per Gesù è un altro lo stile del vero credente: non cerca nulla dagli uomini, ma vive solo e semplicemente al cospetto di Dio. Sono i poveri i prediletti di Dio, quelli che non contano, che per gli uomini sono invisibili, sono proprio loro dai quali dobbiamo imparare l’arte del dono e della condivisione. Cambia totalmente la scena. La protagonista per Gesù diventa una povera vedova che magari tutto ciò che desidera è proprio non essere vista mentre getta solo due monetine nel tesoro del tempio. È invece è da lei che parte ancora una volta la nuova visione, dove ciò che è piccolo conta di più, dove i gesti del cuore superano le grandi imprese. Ha gettato poco nel tesoro del tempio, questa povera vedova, ma ha gettato tutto, tutto quello che aveva per vivere. I veri poveri sanno che solo Dio merita il tutto e il meglio. Gesù invita a guardare chi sta in basso per imparare le grandi cose della vita.
E’ dal basso, dalla terra che arrivano le grandi lezioni su come vivere all’altezza dell’uomo e di Dio. Il Vangelo è pieno di queste strane lezioni che non arrivano dalle cattedre, nè dai troni dei grandi della terra, ma da una grotta, dai pastori, dai bambini che Gesù accarezza, prende in braccio, pone al centro come esempio. Persino dai peccatori che si convertono e per primi intuiscono che l’amore è un dono gratuito non un merito!
Guardatevi dagli scribi, da tutto ciò che anche oggi rende la nostra vita e le nostre scelte una “messa in scena” e “guardate” la vedova del tempio e i tanti uomini che, nella storia e quotidianamente, ci insegnano a dare tutto quello che abbiamo per vivere. E la vita ritornerà ricca, abbondante, generosa, infinita perché “La farina della giara non venne meno e l’orcio dell’olio non diminui…”(1Re 17, 16).
suor Giuliana
32° domenica del tempo ordinario- ALLA SCUOLA DEI POVERI
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