La liturgia di questa domenica, solennità del Battesimo del Signore, ci presenta Gesù adulto, pronto ad iniziare la sua avventura messianica, a lanciarsi in quella missione di mostrare agli uomini il vero volto di Dio. Si chiude il tempo di Natale e siamo proiettati nel tempo Ordinario.

Gesù inaugura questo tempo nuovo in cui “ogni valle sarà innalzata e ogni colle abbassato, il terreno accidentato si trasformerà in piano…”, in cui appare “la grazia di Dio che apporta la salvezza a tutti gli uomini” (lettera a Tito 2, 11-12)…E tutto si compie sotto i nostri occhi nell’ordinarietà della vita. Un uomo che insieme ad altri uomini percorre le strade polverose della Palestina e realizza quei segni, parole e gesti, inequivocabili della presenza di Dio. Un uomo tra gli uomini che si mette in fila per ricevere anche lui un battesimo di conversione e di penitenza. Gesù ama la quotidianità, preferisce la casa al tempio, la strada alle sagrestie, la vita alle dottrine. Egli veramente è venuto ad abbattere i muri di divisione tra giusti e maledetti (Ef 2, 14-15) annunciando il suo Vangelo, notizia bella e liberante, che il mondo, l’uomo è salvato già dalla sua croce, dalla sua misericordia. E la misericordia  non è conquista dei migliori, di un’elite prescelta, ma dono per quanti hanno  il cuore buono per accoglierla. Per quanti sono in attesa, come il popolo del Vangelo di oggi (Luca 3, 15-16).

«Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati” (Matteo 9, 12-13). Accoglie il Vangelo chi  riconosce che nella propria  vita c’è una mancanza, un’attesa da colmare, una domanda che inquieta e che ci rende per sempre cercatori appassionati. La fede che Gesù ci propone non è possesso, è un cammino che ci apre al dialogo, al confronto, all’incontro. Siamo in cammino anche noi con gli altri uomini, condividiamo la fatica e la sfida di diventare più umani. Ma camminiamo anche con la certezza grande, come cristiani, che siamo figli amati da Dio, che Dio si compiace di noi, come si compiace di Gesù il giorno del suo Battesimo. E’ questo il tesoro prezioso che Dio ha posto in noi,   vasi di creta (2Cor 4, 7-8), tesoro che Egli ci affida – con un credito di fiducia – da condividere e annunciare.

                                                                                                          sr Viola Mancuso

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