“Il giusto vivrà per la sua fede” (Ab 2,4). È l’affermazione con cui termina la seconda lettura di questa XXVII domenica del tempo ordinario. La fede…dono di Dio da aumentare e da ravvivare come sottolinea ancora la liturgia. Ma cosa è la fede? La fede non è una cosa, un oggetto. La fede è il nostro incontro personale con il Signore, è credere al suo amore gratuito donato per grazia e non per merito. La fede è dar credito a tutto questo! A volte però questo incontro si affievolisce, perde la sua bellezza per svariati motivi e ci ritroviamo soli a far i conti con noi stessi lontano dal Signore che però sempre ci aspetta.
In questa dimensione di amore gratuito del Signore si comprendono i versetti successivi del Vangelo di Luca: il servizio! Normalmente, ci ricorda il Vangelo, un padrone si lascia servire fino alla fine e poi permette al proprio servo di provvedere a se stesso. Il Signore non fa così con noi. Egli non è venuto per essere servito ma per servire. Non si serve dell’altro, ma serve l’altro mettendosi al suo servizio. Questo è chiesto anche a noi: mettere la nostra vita al servizio degli altri senza aspettare alcuna ricompensa, perché l’amore è gratuito e l’amore gratuito non è un amore di scambio, di commercio. L’amore che si compra o che si paga è un’altra cosa! Così si comprende pure l’espressione “servi inutili” che non significa non valere nulla, ma ci aiuta a capire che siamo IN-UTILI cioè senza utili, senza guadagno. Serviamo per amore non per lucro. Così facciamo tutto quello che dobbiamo fare (amare) e questo ci basta. Ci basta essere suoi servi amati a servizio dei fratelli.
Chiediamo al Signore che aumenti la nostra fede e che ci aiuti a ravvivare questo immenso dono che Egli ci ha elargito.
suor Simona Farace
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