In questa 31^ domenica del t. o. il Vangelo (Luca 19,1-10) ci porta a Gerico, la città più antica del mondo e la più bassa del pianeta, a 260 m. sotto il livello del mare! Qui, avviene l’ incontro tra Gesù e Zaccheo, un uomo ricco e capo dei pubblicani. Un uomo solo, inviso alla gente perché ritenuto ladro e sfruttatore e inviso ai sacerdoti e agli scribi perché considerato impuro. Zaccheo aveva sentito parlare già di Gesù? Cosa cercava? Cosa avrebbe potuto sperare uno come lui dal rabbi palestinese fuori dagli schemi che parlava con autorevolezza? …Non sappiamo cosa già sapesse di Gesù, sappiamo che aveva un desiderio grande di vederlo senza essere visto, tanto da salire su un albero incurante del giudizio della gente.
La cosa ancora più straordinaria e sorprendente di questa storia è l’approccio di Gesù che lo scorge tra la chioma del sicomoro e lo chiama per nome, restituendogli dignità e identità…Inverte la direzione dello sguardo: “non dall’alto in basso”, ma sceglie la direzione debole dal basso all’alto. Noi ci saremmo aspettati una denuncia di tutta la sua vita fatta di imbrogli e rapina, un rimprovero, o almeno un invito a convertirsi dalla sua condotta malvagia, e invece Gesù si autoinvita a casa di Zaccheo, tra gli sguardi sbigottiti e scandalizzati dei presenti!
Gesù, il rabbi che “mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori” (Mt 9, 11), che si ferma a parlare con le donne e si lascia toccare dalle prostitute, che cura nel giorno di sabato e che così facendo mostra ai suoi, alla sua Chiesa, come vivere il Vangelo. Ci mostra che l’unica via che porta al cuore dell’altro è la misericordia, la partecipazione e la condivisione della vita, della mensa… Alla sua scuola abbiamo bisogno di affinare la capacità di farci prossimo, di stare con, di stabilire relazioni più vere superando i pregiudizi, di imparare il suo metodo pastorale, l’unico che funzioni…Avremo il coraggio delle sue scelte povere, controcorrente, scandalizzanti?
Zaccheo cambia vita, dona la metà dei suoi beni e restituisce quattro volte tanto quanto rubato, solo perché qualcuno lo raggiunge lì, in basso, nella sua condizione e lo accoglie senza condanne, offrendogli amicizia incondizionata e gratuita.
v.m.
Commento al Vangelo XXXI domenica – Con il metodo sconcertante di Gesù
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