“Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce”. Con un riferimento al profeta Isaia, l’evangelista Matteo (4,12-23) dà l’inizio al racconto della vita pubblica di Gesù sintetizzandola così: Egli “percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e infermità nel popolo”. E’ Gesù la luce del mondo, perché lui, solo lui, è il Signore e salvatore. Come afferma anche Paolo nella seconda lettura di oggi (1Corinzi 1,10-13.17)
Il Vangelo di questa domenica, terza del tempo ordinario, ci racconta in poche righe un avvenimento che ha cambiato il corso della storia. Gesù, saputo che Giovanni Battista è stato arrestato, torna nella sua terra, in Galilea e comincia a predicare. Comincia dai più lontani. Inizia, cioè, la propria opera evangelizzatrice in maniera pubblica, ma con un ribaltamento radicale rispetto alle abitudini del Battista. Quella che sembra una sonante sconfitta (l’arresto del Battista) per il popolo, assetato di Dio e in attesa del suo Messia, si trasforma per Gesù nell’esperienza della chiamata più importante per la sua vita.
Il racconto di Cafarnao, è un racconto di vocazione meraviglioso, perché è il racconto di una quotidianità cambiata in dimora dell’Altissimo. Lì il Maestro, il Messia, il Figlio di Dio decide di abitare fra la gente, la gente di ogni condizione e provenienza. Lì egli incontra uomini immersi in tante attività, di ogni tipo, tutte attività umane, in mezzo alle quali Gesù si immerge. In questo luogo Gesù predica la conversione: Convertitevi, perché il Regno di Dio è vicino (4, 17). In che senso? Sembra esserci una sola risposta, convertirsi significa comprendere che il Regno di Dio è vicino! Che il Regno è proprio lì, non accanto, ma in mezzo a loro! Oggi! Non è più, il Regno, un insieme di norme e di riti da osservare e conservare, per garantire una vita austera ed moralmente perfetta, perseguibile soltanto da qualche gruppo di eletti, certamente conosciuti da Giovanni il Battista nelle zone desertiche del Mar Morto. Il Regno di Dio, con Gesù e in Gesù, è Lui stesso: una persona, una relazione, una presenza nuova.
Allora il Regno di Dio, che è l’Amore assoluto del Padre, non può che dimorare proprio lì, e abitare la quotidianità. Un Regno che si fa presente in un Uomo e, non nelle idee o nelle regole, sicuramente è più attraente. Gesù, chiama a seguire Lui! Chiama degli amici di vita a porre i propri passi sulle sue orme!
Chi si accorge che il Regno è qui, in mezzo a noi , oggi, se ne innamora! E tutto il resto assume un valore diverso.Gesù assicura loro di continuare il loro lavoro. Resteranno pescatori, ma di uomini per dare vita ad altri uomini. La storia personale di ogni uomo viene assunta e trasformata da un orizzonte diverso. Il Regno di Dio in mezzo alla gente, fa scoprire ad ognuno cosa porta dentro per trasformarlo in dono e in gioia.
Chiediamo al Signore di camminare con noi e tra di noi, di farci capaci di lasciare ciò che ci impigrisce per poter essere anche noi, oggi, testimoni della Sua buona notizia.
Suor Maria Assunta Cammarota
III Domenica del t.o. – In Gesù Dio abita la quotidianità
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