È risorto! Abbiamo atteso questa notizia durante tutto il cammino quaresimale e finalmente è arrivata: Cristo è veramente Risorto. Lo abbiamo cantato durante la veglia pasquale e ripetuto per tutta l’ottava di Pasqua. È risorto! Ci crediamo, ma come vorremmo poterlo vedere, conoscere, abbracciare!  Questa l’esperienza di ogni cristiano… in ogni tempo!

Nella liturgia della seconda domenica di Pasqua, la Parola di Dio ci fa vivere l’esperienza pasquale raccontata nel Vangelo di Giovanni nel capitolo 20,19-31 e ci fa ripercorrere il percorso che hanno compiuto i primi discepoli per arrivare alla fede. Dopo la narrazione del sepolcro vuoto e dell’incontro con Maria, c’è la visita di Gesù ai suoi discepoli; essi pur sapendo che il sepolcro era vuoto e pur avendo ricevuto l’annuncio da Maria della Resurrezione del Maestro, non lo hanno ancora incontrato.

Protagonisti del racconto: Tommaso, i Discepoli, il Risorto, lo Spirito Santo.Tante le sfide che ci propone: la pace, il perdono, la misericordia, la fede, la relazione con Dio.

I primi versetti ci portano dentro il Cenacolo, la sera di Pasqua, dove i discepoli sono chiusi dentro per la paura di essere perseguitati, ricercati, accusati ingiustamente. Sono chiuse le porte del cenacolo e quelle dei loro cuori. Hanno bisogno di vedere, non si fidano ancora di un annuncio. Per incontrare veramente il Risorto è necessario sì ascoltare un annuncio, ma è necessario contemplare i segni nel suo corpo, è necessario incontrarlo ed abbracciarlo ed essere personalmente invitati ad annunciarlo.

All’incontro con il Risorto però manca Tommaso. Quando torna, i discepoli gli danno la notizia, confusi, stupiti e pieni di entusiasmo. Tommaso non li crede . Non crede ma resta. Non fugge la compagnia dei suoi amici e della Chiesa nascente.

Anche lui vuole vederlo: è in gioco la sua vocazione di uno dei dodici, chiamato ad essere testimone diretto del Crocifisso risorto. Per testimoniarlo deve poter dire: “L’ho visto anche io”. È un bene per noi che sia stato assente: così comprendiamo meglio cosa è la fede. Dopo averlo incontrato e visto, Tommaso ha percorso tutto il cammino: è diventato credente e diventa testimone della fede. Anche oggi il Risorto entra nei nostri cenacoli chiusi e annuncia la pace, dona lo Spirito, ci offre l’opportunità di toccare con mano una nuova possibilità di vita, di vivere come Lui, amando! Il brano evangelico si conclude con l’affermazione che l’esperienza di fede nel Risorto è comune a molti, ai cristiani di ogni tempo, è comune ad ognuno di noi ogni volta che facciamo esperienza del risorto nei segni della sua presenza soprattutto nell’Eucarestia e nel sacramento del perdono.

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