In questa ventesima domenica del tempo ordinario è ancora la fede il tema centrale. Dopo che domenica scorsa Gesù ha incoraggiato la fede debole di Pietro, oggi è una donna pagana ad incoraggiare la nostra fede spesso arrendevole. Gesù si trova a Tiro e a Sidone, luoghi ostili all’annuncio, già nell’Antico Testamento simbolo di rifiuto di Dio e abitazione del male. Ma anche da questo luogo si eleva un grido: “Pietà di me Signore, figlio di Davide”: una donna cananea chiede l’intervento di Gesù. E sorprendentemente troviamo un Gesù che contraddice le altre pagine evangeliche dove siamo soliti vederlo sempre attento ai bisogni, pronto all’ascolto, vicino agli ultimi. Ora Gesù tace e va avanti. Sono i discepoli a intervenire e la donna ad insistere, in ginocchio, supplicando aiuto e, muovendo così il cuore di Gesù, non può più tacere. La donna cananea supera ogni limite, anche il silenzio di Gesù, la sua è una fede “ostinata”.  E anche se non è bene prendere il pane dei figli per darlo ai cagnolini lei chiede soltanto le briciole.

Una fede umile e intelligente ci insegna questa donna, capace di inserirsi nel progetto salvifico di Dio senza nulla pretendere, senza chiedere ciò che non le appartiene.  «È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni».
Bisogna indovinare le “briciole” per sconfiggere il male, per tenere i fili delle relazioni, per muovere il cuore di Dio. So le “briciole” di quelle piccole cose di poco conto, che si lasciano cadere senza neanche accorgersi, quella fede semplice nella quale non crediamo più perché troppo impegnati a cercare   interventi eclatanti. Se solo fossimo capaci di vedere e desiderare le “briciole” piuttosto che ostinarci a volere il pane di altri! «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». Da una terra pagana arriva una grande fede, una fede di madre, una fede che comprende che nel cuore di Dio c’è posto per tutti, una fede davvero capace di smuovere le montagne. Non importa che questa donna probabilmente non ha mai invocato il Dio di Israele, non conosce la legge e i comandamenti; importa la sua fiducia che qualcuno può sconfiggere il male, può lenire il dolore, può amare oltre ogni confine e frontiera.  È la fede che guarisce sua figlia, è sempre la fede a guarire ogni ferita e ogni male.

Solo due capitoli dopo Gesù dirà: “In verità vi dico: se avrete fede pari a un granellino di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile” (Mt 17,20). Briciole e senape, tanta la fede che ci è necessaria…e nulla ci sarà impossibile.

Sr Giuliana Imeraj

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