La Parola di Dio di questa domenica ci conduce dal deserto al mare, dal miracolo del pane a quello della pacificazione della barca del nostro cuore, sballottato da mille flutti. Dopo aver sfamato la folla, Gesù ordina ai discepoli di precederlo sull’altra riva del lago, mentre Lui si ferma per congedare quanti lo hanno seguito. Gesù è attento e si prende cura dei rapporti umani e, nello stesso tempo, radica il suo agire in una profonda relazione di amore e di fiducia nei confronti del Padre. Per questo cerca con determinazione spazi e tempi di solitudine, per stare davanti a Dio, in assoluta gratuità.

  “Venuta la sera, egli era ancora solo, mentre la barca dei discepoli era  in balia del vento e delle onde”: l’evangelista già intravede il cammino della Chiesa nella storia, sballottata tra avversità e tensioni. Essa però non sarà mai abbandonata dal Signore Gesù, che non solo prega, ma si fa anche misericordiosamente  presente ai suoi  e “viene verso di loro camminando sul mare”.  All’inizio lo credono un fantasma, non lo riconoscono, “gridano dalla paura…”. La venuta di Gesù nella nostra vita , spesso  si presenta in modo molto  diverso da come ce l’ aspettiamo, ma  Egli viene per ridare pace  al nostro cuore e sicurezza al nostro cammino.  La sua Parola: ”Coraggio, sono io, non abbiate paura!” ci ridona conforto e ci spinge a riprendere il cammino con fiducia, nella certezza che Egli è sempre al nostro fianco. L’episodio di Pietro, che Gli chiede di camminare sulle acque, è una specie di catechesi sulla realtà del discepolo, invitato ad affidarsi totalmente al suo Signore nelle situazioni che mettono a dura  prova la sua fede. Anche per noi è così: Gesù ci raggiunge dove stiamo per affondare, al centro della nostra mancanza di fede e non punta il dito contro i nostri dubbi, ma ci tende la mano per afferrarci.

Il grido di Pietro ci insegna a non temere per la piccolezza della nostra fede, ci invita ad osare con fiducia sulla sua Parola. In questo racconto s’intravede un anticipo del rinnegamento e della conversione di Pietro nella burrascosa notte della Passione (Mt26,69-75), ma egli è ormai per sempre riabilitato e la sua fede è diventata esemplare.

Troppo spesso, ai nostri giorni, la paura ci assale; se ci guardiamo intorno intravediamo svariati segnali di morte, che rattristano il nostro cuore, ma la parola di Gesù resta l’unica in grado di rispondere alle nostre ansie ed angosce e a ridonarci pace e serenità. Nelle tempeste della vita, quando ci sembra di aver toccato il fondo, Gesù continua a rassicurarci: ” Coraggio, sono io…”e anche a noi, come a Pietro che gli chiede una prova della sua reale presenza,  fa sperimentare, con successo, il cammino sul mare della storia. Camminare tra gli eventi contrari della vita non è facile; ma afferrandoci, con fiducia a Gesù, tutto diventa possibile, nulla più ci spaventa. L’esperienza di Pietro somiglia tanto alla nostra; quando crediamo di aver raggiunto una certa stabilità, ci capita di ritrovarci nuovamente tra le onde agitate di venti contrari. E’ il momento in cui dobbiamo invocare con rinnovata fede il nome di Gesù ed Egli ci prenderà per mano e ci ridarà sicurezza e gioia, ci permetterà di proseguire, senza paura, il cammino della vita.

Non ci farà mancare il nutrimento spirituale della sua Parola e del suo Corpo, ci renderà forti e saldi per affrontare il buon combattimento della fede. La sua presenza, nella barca della nostra vita, annienterà ogni nemico.  Signore Gesù, donaci una fede grande, che ci permetta di affrontare le traversate e le tempeste della vita con coraggio e forza, nella consapevolezza che, affidandoci a Te, non affonderemo perché la tua mano ci sosterrà,perché tu sarai già nella nostra barca, nel nostro cuore.

sr Annafranca Roman

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