Nel passo del Vangelo odierno, XXV domenica del tempo ordinario, Matteo racconta una parabola in risposta alla domanda di Pietro con cui si conclude il capitolo precedente. Pietro aveva chiesto che cosa riceve chi lascia tutto per seguire Gesù ed Egli gli aveva risposto “chiunque avrà lasciato case, fratelli… riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna” (Mt 19,29)
Ancora Pietro, ancora lui al centro, ancora lui che non si era reso conto che il “tesoro” era già lì, davanti a lui. Dopo aver lasciato tutto per Lui, Pietro, come noi d’altronde, pensa di dover ricevere qualcosa, ma Gesù, con questa parabola, ci dice che non è così. La parabola ci racconta di un padrone di una vigna che cerca operai per lavorare chiamandoli in diverse riprese, dalle prime luci dell’alba fino a sera inoltrata, pattuendo con i primi il compenso di un denaro. Fin qui è tutto “normale” … i problemi arrivano quando a fine giornata il padrone della vigna dà agli ultimi chiamati lo stesso compenso pattuito con i primi. Perché mai chi ha lavorato un’ora soltanto viene trattato come chi ha “sopportato il peso della giornata e il caldo?” (v.12). È qui che si manifesta la novità dell’agire di Dio rispetto all’agire degli uomini, novità che ai nostri occhi può sembrare perfino ingiustizia. Eppure:” Amico, io non ti faccio torto” (v.13), quasi a dire, se agli ultimi ho fatto un dono, a te non è stato tolto niente di ciò che è tuo.
Quando il Signore dona non è mai da considerarsi un diritto acquisito per le nostre opere, ma è sempre un dono gratuito della Sua bontà e come tale non può essere “giudicato”, ma solo accolto o rifiutato. Per poter entrare in relazione con Dio è quindi necessario un cambiamento di mentalità: dalla logica del merito, di chi vive di pretese e non riconosce né ammette doni, alla logica della gratuità, che è il segreto del Regno di Dio.
Siamo amati per quello che siamo, senza paragoni né preferenze e nella vigna Dio c’è posto per tutti. Scoprire che tutto è dono, la vigna, il caldo, il lavoro, la fatica, ecco il modo di vivere al cospetto di Dio cercando il suo regno. Chiediamo al Signore di farci accettare con gioia il posto che lui dispone per noi nella Sua vigna: grati se ci ha chiamati alle prime luci del giorno e grati se siamo stati reclutati all’ultima ora. Chiediamo al Signore di liberare il nostro cuore e di renderci capaci di gioire per il bene e la salvezza offerta ad ogni nostro fratello.
Suor Assunta Cammarota
XXV domenica del t.o. Anno A- Dio e la sua giustizia
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