In questa XXX domenica del tempo ordinario il Vangelo riporta ancora una discussione tra Gesù e i dottori della Legge, questa volta su una questione centrale, su quale sia il grande comandamento.

Gesù, infatti, è ancora alle prese con i farisei che hanno un solo interesse, quello di incastrarlo. I farisei non hanno amore né per Dio, né per il prossimo, ma solo per se stessi. Non sono affatto onesti, sono quelli che amano camminare in lunghe vesti, amano occupare i primi posti, mettere pesanti fardelli sulle spalle della povera gente e sentirsi superiori (Mt 23, 4 ss). Anche questa volta vogliono cogliere Gesù in fallo e metterlo alla berlina della folla… Avere elementi sufficienti per condannarlo davanti a Dio e agli uomini. Ma, non ci riusciranno.

Gesù non è venuto ad annullare il comandamento antico, ma a dargli compimento, come lui stesso dirà. Il grande comandamento è quello di amare Dio e il prossimo, due in uno. Ma “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore…” (Mt 22, 37) non è solo una norma, una legge da rispettare. Per Gesù è stare in relazione con il Padre, “io e il Padre siamo una cosa sola”, è fidarsi di Lui “guardate i gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono, eppure il Padre vostro li nutre” (Mt 6, 26 ss) e rimettere tutto nelle sue mani, la vita come la morte (cf Lc 23, 46). Essere in comunione, in relazione con Dio implica l’essere in relazione con il creato, con l’altro da sé… “Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello, è ancora nelle tenebre” (1Gv 2,9).

“Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i profeti” (Mt 22, 40).  Gesù conferma il comandamento antico, ma vi aggiunge il cuore, lo personalizza, lo porta dentro la vita concreta, quotidiana…Gesù è uno che “parla con autorità”, con autorevolezza, che fa ciò che dice, che traduce in vita la legge, che traduce in gesti di tenerezza, di attenzione, di premura quell’amore che spesso rischia di essere una parola vuota e banalizzata. Se la vita dei farisei è piena di leggi e precetti, di abluzioni e cose da non fare…quella di Gesù è piena di volti, di storie, di relazioni. E perché non ci sia equivoco traduce il comandamento antico: “questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 13-13).  Gesù alza il tiro, è sempre audace… Ci mostra qual è la misura dell’amore e si fa modello e pane per tutti coloro che desiderano vivere il suo comandamento.   

Viola Mancuso pme

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