“In quel tempo”…in questo tempo Gesù continua a chiamare “operai per la sua messe”. Il campo del mondo e’ vasto con i suoi bisogni, i suoi desideri, le sue attese…Come rispondere? Con quali mezzi e strumenti? A volte ci sentiamo inadeguati, i nostri sforzi incongrui e anche le nostre forze.
In questo Vangelo di oggi Gesù ci consegna lo stile del suo discepolo e la modalità di evangelizzare. Per prima cosa “chiama a sé i Dodici”: nello stare con lui impariamo a stare nella sua prospettiva, a cogliere il senso della sua e nostra missione. ” Prese a mandarli a due a due”: il paradigma che ci salva e’ proprio questo: la fraternità che condivide, che cammina e lavora insieme…Non solitari protagonisti, ma collaboratori umili che investono in fiducia. Condizioni del discepolato: la poverta’ e fiucia in Dio…Vivere con la certezza che Dio provvede “per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete e neanche per il vostro corpo…” (Mt 6,25-26). Solo quando siamo capaci di questo sguardo colmo di gratitudine e fiducia siamo credibili e possiamo compiere le opere di Gesù e anche di più’ grandi…Il potere sugli spiriti impuri, “il potere di ungere con olio molti infermi”, il potere di annunciare la parola che trasfigura.
Essere trasparenza del mistero di Dio perche’ ogni uomo possa accedervi, riconoscendo sempre all’altro la sua liberta’. Gesù anticipa il rifiuto del suo messaggio e invita i suoi al rispetto: “Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene…” (Mc 6, 11). Mette al riparo i suoi da ogni fondamentalismo e violenza in nome di Dio, prevedendo i futuri risvolti della storia.
Dio e’ dalla parte dell’uomo, soprattutto del povero e sofferente, mai contro. La Buona Notizia risuona sulla bocca dei profeti di oggi e corre sulle loro gambe: annuncio della prossimità di Dio che ama, guarisce, converte nella libertà.
viola mancuso, pme
XV domenica del t.o. anno B – Dio ama nella liberta’
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