Il testo evangelico di questa domenica ci invita a riflettere sull’esperienza di un “tale” che corre incontro a Gesù, pieno di slancio e desiderio, e portando nel cuore grandi domande ed attese, vuole sapere come vivere secondo la logica di Dio.
E’ corretto ed onesto nel suo porsi: sa che la salvezza si riceve in eredità se la si desidera con cuore puro. Gesù lo accoglie con simpatia, gli chiede di osservare i comandamenti, concentrandosi su quelli rivolti all’uomo. Il ricco risponde di averli sempre osservati fin dalla giovinezza. Gesù lo ama e lo fissa. Uno sguardo di bene, che vede il positivo e gli chiede di lasciare le ricchezze, di condividere i suoi beni, di entrare nella logica di chi si sente fratello, di chi sa che la ricchezza è dono di Dio. Ma egli non se la sente, resterà ricco, ma triste. Non usa la sapienza invocata nella prima lettura. Non accoglie la spada della Parola, descritta dalla lettera agli Ebrei.
Gesù ama il giovane ricco, lo guarda con tenerezza, vede in lui una grande forza e la possibilità di crescere nella fede. ”Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo: e vieni! Seguimi!” (10,21). Quello sguardo è la perla preziosa cercata a lungo, che permette di vendere tutto; è il tesoro nascosto nel campo, che una volta trovato, spinge a vendere tutto per comprare il campo. Gesù gli chiede di liberarsi di tutto per avere di più; di fare il miglior investimento della propria vita. La ricchezza può ingannare, può fallire; la pienezza è altrove ed esige un cuore libero e solidale. Ma egli preferisce rimanere intrappolato in se stesso, chiuso come in un guscio, intento a custodire e a non perdere nulla di quanto possiede. Osserverà tutti i comandamenti, ma non avrà la gioia, perché ha scelto di avere e non di essere.
Ha posto la sua sicurezza nei beni e non nelle parole di Gesù, che non propone la povertà, ma la comunione; lo invita ad aprire il cuore a chi non possiede nulla; i beni hanno un senso solo se vengono offerti e condivisi. Solo quando ci accorgiamo che siamo oggetto dell’amore di Gesù, riusciamo a scoprire che in forza di quell’amore si possono fare delle scelte radicali, l’orizzonte del nostro cuore si allarga; allora si può lasciare tutto e affidarsi alla sua potenza e fedeltà, seguendolo nel quotidiano cammino.
Quello che Gesù propone al giovane ricco e a noi oggi, non è tanto di spogliarci di tutto, quanto di essere uomini liberi. A Pietro che afferma: ”Signore, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito, cosa avremo in cambio”? risponde: ”Avrete in cambio una vita moltiplicata, cento volte tanto in fratelli, sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà”.
Seguire Cristo è lasciare tutto, per avere tutto. Il Vangelo chiede la rinuncia, ma solo di ciò che impedisce il volo, per scoprire che il vivere semplice e sobrio spalanca possibilità inimmaginabili. Chi segue Gesù avrà benedizione, avrà tutto, perché avrà Lui, che è il Signore della vita: ricchezza, tesoro che mai si consuma.
sr Annafranca Roman
XXVIII Domenica del Tempo Ordinario anno B- …Un cuore libero e solidale
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