Spesso siamo tentati a pianificare le nostre giornate in base alle priorità. Cosa fare per primo? Qual è l’impegno impellente che non possiamo assolutamente trascurare? E così portiamo avanti il nostro tempo ela nostra stessa vita con un elenco interminabile di cose da fare; fare, fare, fare, dimenticando la realtà più importante che è quella dell’amore; amore verso il Signore e amore verso il prossimo.

Questa è la consegna che Gesù ci fa oggi, in questa XXXI settimana del tempo ordinario, attraverso il dialogo con lo scriba, con il sapiente del tempo, con il conoscitore minuzioso e preciso della Parola. Eppure nonostante questa sapienza, lo scriba non è ancora pronro per il regno anche se non vi è lontano, dirà Gesù.

Anche noi possiamo incorrere nel suo stesso problema quando non riusciamo a comprendere che l’amore supera ogni legge e che il senso della nostra vita è amare Dio e unirci a lui per divenire come lui vivendo un amore capace di liberare e di far crescere e non di schiacciare e soffocare.

Allora qual è il primo dei comandamenti? La parola comandare significa mandare insieme. quindi la domanda potrebbe anche essere posta in questo modo: qual è la prima cosa da fare insieme? e la risposta di Gesù è bellissima e piena di significato infatti risponde citando un testo del Deuteronomio (6,4) che dice: ascolta Israele. con ciò il Signore ci ricorda che l’amore verso di lui nasce dall’ascolto, dalla frequentazione della sua parola, dallo stare con lui in atteggiamento di dicepolo perchè il “nostro” Dio e dunque noi in lui, in relazione con lui è unico.

Quanti signori falsi a volte ci abitano: potere, successo, possesso, denaro, carriera, sesso…tutte realtà con le quali non si può entrare in relazione, perchè non sono vive come il “nostro” Dio! Lui solo bisogna amare con tutta la nostra persona (cuore), con tutta la nostra vita (anima), con tutta la nostra intelligenza per conoscerlo sempre più e meglio (mente) e con tutti i doni che abbiamo di natura, di grazia e con tutti imezzi necessari che abbiamo a disposizione (forza).

Da questo che è il primo impegno scaturisce non come secondo ma come secondario l’amore verso l’altro, verso quel “tu” con il quale posso invece entrare in relazione. Ogni vero amore trova la propria fonte nel Signore che è amore! e come bisogna amare l’altro? Come se stessi, desiderando cioè per lui lo stesso bene che vogliamo per noi, mettendoci al suo servizio per divenire servi responsabili della sua vocazione, della sua vita, della sua storia.

Tutto si gioca qui! Non ci è data altra possibilità di vita all’infuori di questa.

Forse anche noi come lo scriba siamo d’accordo con questa risposta del Signore e la ripetiamo pure per imprimerla meglio in noi; ma l’amore non è questione di sapere bensì di esperienza dell’amore del Signore che diventa poi dono per l’altro. Fin quando saremo fermi su un piano di nozioni, di ripetizione, di sapere…saremo ad un passo dal regno ma non ancora nel regno che è la piena comunione con il Signore e con gli altri che condividono un pezzo della nostra storia.

Chiediamo al Signore di far sempre più esperienza di lui, di conoscerlo, amarlo, riverirlo e lodarlo sempre, in tutti i giorni della nostra vita nell’ascolto pieno e attento della sua parola.

suor Simona Farace

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