Il Vangelo di questa prima domenica di Quaresima ci introduce nel grande mistero della salvezza. L’evangelista narra di Gesù, che appena ricevuto il Battesimo, fu condotto nel deserto. Ecco il primo riferimento per il credente. Entrare nel deserto vuol dire liberare la nostra vita dalle tante cose superflue di cui l’abbiamo riempita. Le tentazioni, a cui è sottoposto Gesù, vanno a toccare gli aspetti basilari della nostra esistenza terrena: il pane, la dignità personale e il nostro rapporto con Dio.

     E’ in questi ambiti che il diavolo tenta Gesù. Ma le risposte annientano il disegno del maligno, grazie alla fede nutrita dalla Parola. La Parola di Dio è ciò che siamo chiamati ad ascoltare, a fare nostra e a mettere in pratica contro le tentazioni del male.

   Le provocazioni, a cui Gesù ha saputo resistere, sono continuamente presenti nella nostra  vita, dove le azioni del male continuamente aleggiano e tentano di penetrare nell’umanità, dove trovano tutti gli spiragli aperti dell’aridità e dell’egoismo. La tentazione più comune all’umanità è il perdere la speranza, il sentirsi isolati, il vedere oscurare la luce di Dio, che continuamente ci illumina con la sua misericordia. Non è con la nostra sola forza che possiamo resistere alle tentazioni ed essere testimoni luminosi di Gesù: è grazie allo Spirito Santo, che ha guidato Gesù nel deserto e di cui anche noi siamo ricolmi, in forza del nostro Battesimo, che possiamo quotidianamente vincere la nostra battaglia contro il male, che tenta di oscurare i nostri cuori impedendoci di  accogliere la luce divina, che ci dona Gesù con la sua Risurrezione.

   In questo tempo siamo chiamati a mettere in atto le tre pratiche della pietà cristiana: il digiuno, la preghiera e le opere di carità fraterna. Il nostro obiettivo è chiaro: l’attesa della Pasqua.

     L’esperienza religiosa deve essere purificata dalle incrostazioni dell’egoismo e dell’orgoglio. La tentazione ci espone alla prova, ci spinge a compiere scelte decise, sull’esempio di Gesù, che rifiuta lo stile di Satana e punta verso realtà più semplici, quali il rispetto della persona, il servizio vero, l’amore verso l’unico Dio e la sua Parola. La vera sfida è tornare al centro, al cuore e trovarvi la voce che ci parla e ci conferma come nessuna voce umana potrebbe fare. Soltanto una vita di costante ed intima comunione con Dio può rivelarci il nostro vero io. Ciò non è per nulla facile. E’ necessaria una disciplina seria e perseverante di solitudine, silenzio e preghiera.

   Tale disciplina non ci ricompenserà con uno sfolgorante successo esteriore, ma con la luce interiore, che illumina tutto il nostro essere e ci consente di essere testimoni liberi della presenza di Dio nella nostra vita.

   La Quaresima sia per noi il tempo favorevole dell’incontro con Dio, ma anche della purificazione del nostro credere attraverso uno stile sobrio, con il quale siamo chiamati a rapportarci agli altri.

                                                                              sr Annafranca Romano

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