Con il Battesimo del Signore, assieme all’Epifania e alle Nozze di Cana,  la liturgia ci fa celebrare la “manifestazione del Signore”: Cristo Gesù si manifesta Re-Pastore nella piccolezza (Epifania), Figlio amato del Padre (Battesimo), Sposo dell’umanità (Nozze di Cana).
          Nel brano di oggi l’evangelista Matteo riporta la vicenda del Battesimo di Gesù segnalando la forte resistenza del Battista all’idea di battezzare Gesù: ”Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: ”Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?”. Nella resistenza del Battista affiorano anche le nostre domande:” Perché Gesù si fa battezzare, viste le sue origini e la sua regalità divine? Non c’è una contraddizione con il significato penitenziale del Battesimo praticato da Giovanni”?

Matteo replica a questa difficoltà riferendo la risposta di Gesù:” Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia”.

Adempiere la giustizia, nel linguaggio biblico indica la disponibilità a compiere la volontà di Dio, obbedendo al suo piano d’amore, che è quello di mostrare come Egli non si lasci respingere dal mondo a causa del peccato degli uomini, ma intende mostrarsi come Padre che perdona e salva.

Bisogna che Gesù renda evidente questa decisione divina di essere il Dio con noi, anche per l’umanità peccatrice. Deve quindi rivestire una duplice solidarietà: con Dio perché innocente, libero dalla ribellione del peccato; con l’umanità bisognosa di perdono e di redenzione.

E’ questa la giustizia che Gesù vuole inaugurare con tutto se stesso e lo fa a partire proprio da questo momento che è il suo Battesimo.

Le parole di Gesù aiutano il Battista a superare le proprie resistenze e a battezzarlo. Non appena esce dall’acqua, accade a Gesù qualcosa di assolutamente importante: l’aprirsi dei cieli e lo scendere su di Lui dello Spirito di Dio.

            Il racconto evangelico tenta di dire qualcosa di un’esperienza intima vissuta da Gesù. Lo squarciarsi dei cieli attesta che Dio non resta isolato da questa terra, ma la incontra, trasformandola e portandovi la sua novità.

L’apice del racconto sta nella voce divina che lo raggiunge. Dio lo dichiara Figlio amato, oggetto di tutto il suo compiacimento. La voce che Gesù sente è parola di rivelazione, in cui Dio riconosce il suo Servo, che annuncia alle genti il suo messaggio di vita e di perdono.

Il Battesimo di Gesù rappresenta la sua investitura ufficiale come Messia, l’inizio del suo ministero pubblico. Ma è un Messia che lascia sorpresi, perché il primo gesto che compie è quello di mescolarsi con i peccatori.
            La Liturgia ci fa celebrare questo mistero di Cristo per illuminare anche il nostro Battesimo, fatto come quello di Gesù “in acqua e Spirito Santo”.

                                                                      sr Annafranca Romano

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