Per essere cristiani ci vuole coraggio, coraggio di scegliere la stirpe della pace e coraggio di rimanere in essa, andando controcorrente, esultando alla presenza di Dio (1ª Lettura).
Per essere cristiani ci vuole il coraggio di lasciarsi prendere dalla vera gioia, conseguenza di quella libertà donata dallo Spirito Santo. Consegnare a Lui il timone della propria vita, uscendo da tutte quelle forme false di autoreferenzialità, dall’autosufficienza, dalle false indipendenze che ci fanno schiavi di noi stessi e, che prima o poi, non riusciamo più a sopportare (2ª Lettura).
Per essere cristiani ci vuole il coraggio di frequentare la scuola di Gesù, scommettere su se stessi, credendo che è possibile vivere come ha vissuto Lui, coscienti che la pace ha un prezzo alto. Per essere cristiani ci vuole il coraggio dell’umiltà, l’unico modo per andare incontro all’altro, aprendo strade, costruendo ponti, liberando gli oppressi. Per essere cristiani ci vuole il coraggio di ritornare sempre da Gesù: l’Unico riferimento di Vera Pace, di Vera Libertà, di Vera Gioia.
I veri cristiani, quelli che appartengono a Dio, arrivano così… a passi lenti, nell’umiltà, nella mansuetudine, nella pace. Disarmati, indifesi, liberi, carichi di quella gioia propria dei piccoli, di quelli che sanno di non competere con nessuno, esenti da ogni tipo di rivalità, esclusi dai grandi e presuntuosi. Quelli che portano il giogo di Gesù, perchè proprio amati da Lui, disponibili alla sua scuola di Maestro unico, che non cerca successi, retribuzione, competizione.
Gesù è il Maestro unico che non ritiene nulla per se stesso, che condivide tutto, incluso il Suo Spirito, che continua ad accompagnare quelli che sono i Suoi.
suor Maria Aparecida Da Silva
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