Sono passati molti secoli da quando Gesù narrò la parabola del grano e della zizzania, ma le sue parole sono estremamente attuali. Il Maestro vuole mettere in luce un atteggiamento che spesso, purtroppo, caratterizza le nostre comunità: il giudizio. Forse può sorprendere che il padrone di casa non voglia sradicare la zizzania che cresce insieme al grano. Gesù non nega la necessità della separazione, la sua non è indifferenza al bene o al male. Il Maestro, semplicemente, annuncia che il tempo del giudizio non è ancora arrivato e, comunque, per fortuna, non spetta a noi. È interessante sottolineare che anche Giovanni Battista si aspettava una bella pulizia generale. Annunciando il Messia, infatti, disse: “Nella sua mano tiene il ventilabro e pulirà la sua aia, raccogliendo il grano nel granaio e gettando la paglia nel fuoco” (Matteo 3,12). Ma Gesù fa tutto il contrario: non allontana i peccatori, non punta il dito contro chi era etichettato come la zizzania della società. Il Maestro non si circonda di perfettini e primi della classe, tra i dodici - lo sappiamo - c'è gente con un passato discutibile e tra di loro c'è pure il traditore. I mietitori impazienti che vogliono sradicare la zizzania, assomigliano a chi vuole comunità di perfetti e gruppi esclusivi di primi della classe e dimenticano che la Chiesa è una comunità di peccatori che ha fatto esperienza del perdono e della paziente misericordia del Padre. Quante persone si sono allontanate dalle nostre comunità e parrocchie perché non hanno incontrato nemmeno l'ombra dell'accoglienza e della tenerezza di Gesù? Quanti fratelli e sorelle si sono sentiti giudicati e condannati dai nostri sguardi? Quanti confessionali si sono trasformati in sale di tortura e non in oasi di misericordia? Allora coraggio! Superiamo la tentazione del giudizio, smettiamo di comportarci come i mietitori della parabola, allarghiamo il nostro sguardo ed estendiamo le frontiere del cuore.
don franco Bartolino
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