In questa seconda domenica dopo Natale, voliamo altissimo in compagnia del teologo Giovanni che fissò nel suo Vangelo la profondità di Dio. Giovanni, ultimo evangelista a scrivere, non racconta nulla della nascita di Gesù ma cerca di spiegare il senso della sua nascita. Egli risponde soprattutto alla grande domanda: "Dov'è Dio?". Per lui la risposta è chiara: Dio è qui! Guardati attorno, guarda bene perché Lui è vicino ed è dentro di te.
"Il Verbo si è fatto carne". Tutto ciò che esiste è "Dio" se hai occhi per vederlo, ma tutto ciò che esiste è nulla se non hai occhi per vederlo. Tutto è niente, se rimani in superficie, tutto è vita, se raggiunge il tuo cuore. Se il Verbo si è fatto carne allora vuol dire che tutto ciò che esiste parla di Lui.
“La luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta”. La luce è ostinata, Dio è ostinato, non si dà per vinto. Il nostro peccato, la nostra indifferenza, non potrà mai fermare il Suo amore.
“Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto”. Il Natale è la descrizione di un incontro tra Dio e l'uomo dove l'uomo semplicemente non c'è. In fondo c'è ben poco da festeggiare ed è per questo che nei secoli abbiamo sentito il bisogno di ricoprire questo evento di tanto miele. Per attendere qualcuno bisogna essere pronti a farsi sorprendere.
“A quanti l'hanno accolto ha dato il potere di diventare figli”. Ecco in sintesi il Vangelo. Perché è venuto? Perché gli uomini diventino figli di Dio e diventare figli è una strada infinita, un cammino che ha sapore di eternità.
C'è una piccolissima parola, nel Vangelo, che ci spiega con semplicità questo cammino. La parola è l'avverbio “come”. Una parola che da sola non ha molto senso, che rimanda oltre. Siate perfetti come il Padre; siate misericordiosi come il Padre; amatevi come io vi ho amato. Figli di Dio allora non si nasce, lo si diventa.
Allora ripartiamo da qui, dalla certezza che il tempo che Lui ci dona è pieno della Sua presenza. È la nostra quotidianità il luogo in cui possiamo fare esperienza di Dio. In questo nuovo anno, impariamo a dare ordine alle vere priorità. Ogni spazio e ogni luogo delle nostre giornate è tempo per incontrarlo, un'occasione per gustare la Sua presenza per sempre.
don Franco Bartolino
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