L’evangelista Marco mette al centro del suo Vangelo l’episodio della trasfigurazione proprio per ricordarci che se viviamo il Vangelo, la nostra vita si trasfigura!
Dio si è mostrato in tutta la sua seducente bellezza, perché è nell'interiorità che Dio svela il suo volto e Gesù porta Pietro, Giacomo e Giovanni a fare un'esperienza “bella” perché tutto ciò che è bello parla di Dio. Abbiamo bisogno di recuperare il senso del “bello” nella nostra vita perché la bellezza ci spinge verso Dio e le persone guardandoci dovrebbero capire che è bello credere!
Esiste per tutti noi un Tabor, esiste per tutti noi il momento in cui, per un attimo, tocchiamo il cielo con un dito e facciamo esperienza della bellezza di Dio: un cielo stellato, un tramonto radioso, una veglia di preghiera silenziosa. Sono questi alcuni momenti di “trasfigurazione”; momenti in cui prendiamo coscienza che vale la pena di vivere. Sono questi i momenti che ti danno la forza e il coraggio di affrontare le “discese” quotidiane.
Il vangelo di questa domenica tenta di dare una risposta alla domanda su che cosa rende veramente felici nella vita. In fondo, la trasfigurazione è vedere cose che si possono vedere solo con il cuore: «Beati i puri di cuore perché vedranno Dio». Per chi ha un cuore puro, tutto è puro e vede Dio in ogni cosa, anche nel dolore, perfino nella morte. Forse abbiamo smarrito la bellezza nel raccontare la fede. Abbiamo ridotto il cristianesimo a un'esperienza triste. Il Vangelo, al contrario, ci dice che credere può essere splendido.
«La bellezza salverà il mondo», afferma il principe Miškin nell'Idiota di Dostoevskij e aveva ragione e Pietro lo capirà dopo la resurrezione. La trasfigurazione ci mostra di che stoffa siamo fatti: siamo fatti a immagine di Dio! Siamo impastati di cielo. Siamo fatti tutti per il Paradiso!
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