Subito dopo il grande segno della condivisione dei pani, la folla cerca Gesù. Ecco finalmente un Messia che risolve i problemi, in primis quello della fame. Ma Gesù scappa. Non hanno capito che Lui non è quel messia che loro pensano di aver trovato. La folla ha visto il prodigio ma non vi ha letto il segno.

Gesù sa benissimo perché lo cercano: "Voi mi cercate perché avete mangiato e vi siete saziati. Procuratevi il cibo che non perisce, quello che dura per la vita eterna" (Gv 6,26-27). La vita sia fisica che spirituale, ha bisogno di essere nutrita. Ciò che non nutriamo e di cui non ci prendiamo cura, muore!  La vita biologica si nutre di cibo mentre la vita spirituale di silenzio, stupore, conoscenza, emozioni, preghiera, amore, gratuità, entusiasmo: la vita spirituale si nutre di Dio!

Gesù esorta a lavorare per quel cibo che dà la vita per sempre, cibo che solo lui può dare. La gente, vuole miracoli, un Dio a disposizione pronto per ogni evenienza, insomma un Dio che adegui i suoi progetti ai loro. La folla non cerca Dio, ma solo i suoi vantaggi. Dopo duemila anni, sembra che ancora preferiamo i miracoli alla Sua Parola.

Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?” Ecco il problema: “fare”. Ma Gesù sposta l'attenzione da un'altra parte: “Questa è l'opera di Dio: che creiate in colui che egli ha mandato”. Egli chiede di cambiare mentalità: questa è l'opera decisiva. Non si tratta di fare o non fare delle cose, ma mettere al centro Lui, l'unico che sazia la fame che ci sentiamo dentro, l'unico che sa di cosa abbiamo bisogno.

Capite che l'Eucarestia è il tesoro più prezioso al mondo? Dentro la fragilità di un pezzo di pane c'è la presenza reale di un Dio infinito e questa scelta è fatta proprio per lasciarci liberi, di crederci o di non crederci perché Dio non s'impone mai. Ciò che è quotidiano, un pezzo di pane, diventa segno di ciò che è straordinario. La risposta alla nostra fame d'infinito non è fra le cose create ma è Gesù di Nazareth.

                                                                                                                                        don franco Bartolino

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