Gv 14,15-21
Anche questa domenica la liturgia ci propone il vangelo di Giovani al capitolo 14.
Sembra che i discepoli hanno capito chi è Gesù ma non si rassegnano al suo andare via. E Gesù e lì che, con immensa tenerezza, spiega, esorta, indica la scelta che non ci farà mai separare da Lui.
“Se mi amate, osserverete i miei comandamenti.”
Una è la condizione, unico lo stile, chiaro il messaggio.
È interessante il fatto che non è l’osservare la sua parola segno di amore, ma piuttosto l’amore per Lui che rende possibile, naturale, consequenziale il mettere in pratica il suo insegnamento.
La vita nuova parte sempre dall’amore, il vero ascolto nasce da una relazione sperimentato nell’amicizia, da un appartenersi a vicenda. È proprio vero che non si obbedisce a colui che ci comanda, ma a colui che ci ama. E tutto questo è possibile grazie alla presenza dello Spirito nella nostra vita, che rimane per sempre con noi. E allora non c’è un momento nel quale è possibile non amare, non donarsi, non osservare la sua Parola, perché lo Spirito è sempre con noi, ed è con noi come la presenza della verità nella nostra vita.
Amore e fedeltà sono i due binari tracciati da Gesù, da percorrere tutti i giorni, nella concretezza del quotidiano. Gesù conclude proprio dicendo che chi accoglie e osserva i miei comandamenti mi ama.
Non basta quindi condividere e accogliere le parole di Gesù, ma è indispensabile quell’osservare che rende visibile quanto il cuore crede.
Con la forza nuova dello spirito anche questa domenica ci rimettiamo in cammino dando al nostro amore verso il Signore la possibilità di essere evidente, tangibile, vero e credibile. Attraverso piccoli o grandi atteggiamenti che dicano semplicemente che noi li apparteniamo, nè più nè meno di questo.
È tutto ciò che serve e che basta perché la sua Chiesa mostri ancora il suo volto.
sr Giuliana
VI Domenica di Pasqua – Anno A
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