Una delle pagine più difficili da accettare è questa pericope di Matteo. Il brano riguarda le nostre relazioni. Il Signore non ci chiede perfezione nei codici o nei regolamenti, ci vuole perfetti, certo, ma nell'amore. In una società primitiva la legge del taglione aveva l'intento di circoscrivere la vendetta entro certi limiti. Affermava la responsabilità personale delle proprie azioni, l'uguaglianza delle persone davanti alla legge e la giusta proporzione tra il reato e la punizione e cercava di porre un argine al male. Se gli altri ci feriscono, manteniamo sempre vivo l'amore perchè porgere l'altra guancia, mostra la nostra capacità di amare. Gesù non ci propone di essere deboli, anzi, ci chiede di fare il primo passo, perdonando.

Amare è una faccenda tremendamente seria e Gesù ci chiede di non scendere a patti con il male. Era normale odiare i nemici e Gesù invece cosa dice? «Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano» ed è l'insegnamento più sconvolgente e più radicale. Egli ci propone una dilatazione dell'amore: il tuo prossimo è anche il tuo nemico. Tutto il Vangelo è qui: amatevi, altrimenti la vittoria sarà sempre del più violento, del più armato e del più crudele. Il Maestro non scherza, ci chiede il meglio di noi cioè un amore che chiama a raccolta tutte le forze che sono nell'uomo. È un amore che ci rende perfetti come il Padre che è nei cieli, ed è un amore che ci rende quello che siamo: figli del Dio amore. Facciamo sorgere un po' di speranza a chi ha il buio dentro. A volte basta un ascolto fatto col cuore per far sorgere il sole negli occhi di una persona. Gesù sembra essere esigente: amate, pregate, benedite, fate il modo che Dio ha di comunicare la sua forza divina e non sono dei comandi, ma una possibilità. Un giorno il nostro cuore sarà il cuore stesso di Dio e allora saremo capaci di un amore divino che ha il sapore dell'eternità.

                                                                                                                                               don Franco Bartolino

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