Il protagonista di questa Domenica Quarta di Quaresima, è l'ultimo della città, un mendicante cieco, uno che non ha nulla da dare a nessuno e Gesù si ferma per lui perché il primo sguardo di Gesù si posa sempre sulla sofferenza.

 Lo sguardo di Gesù raccolto dai Vangeli è di una portata straordinaria. Infatti il suo sguardo vedeva sempre oltre, perché l'amore vede sempre oltre: guarda Matteo e non vede un ladro, bensì un uomo bisognoso di fiducia. Nella casa di Giàiro, il capo della sinagoga di Cafarnao, tutti vedono una bambina morta, Gesù vede solo una bambina addormentata. Nella donna adultera tutti vedono una peccatrice meritevole di morte, Gesù vede una donna bisognosa di libertà e di amore. Davanti alla tomba di Lazzaro, Gesù vede già l'amico resuscitato ed è bello carissimi sapere che anche noi siamo visti così. È una nuova creazione quella che compie Gesù con quel gesto: è il cielo di Dio che ancora una volta si impasta con questa terra che siamo noi. La creazione non è avvenuta una volta per tutte ma continua, e la creazione di me stesso avanza; ciechi come siamo, mendicanti d'amore, plasma la nostra vita. La cosa straordinaria è che il gesto di Gesù non guarisce il non vedente all'istante! L'opera di Gesù non è magia ma richiede la partecipazione attiva e se questi non avesse accettato di correre alla piscina di Siloe per lavarsi, sarebbe stato solo un non vedente con gli occhi pieni di fango. 

Una volta che il non vedente è guarito iniziano i guai. Inizia un feroce dibattito: chi lo ha guarito e perché di sabato? All'istituzione religiosa non interessa il bene, per questi ultimi l'unico criterio di giudizio è l'osservanza della legge. C'è un'infinita tristezza in tutto questo poiché per difendere la dottrina negano l'evidenza.

 L'ex non vedente prima descrive Gesù come un uomo, poi come un profeta, poi lo proclama Figlio di Dio. La fede è una progressiva illuminazione, passo dopo passo, ci mettiamo degli anni per riuscire a proclamare che Gesù è il Signore. Si dice che la fede è cieca e non è affatto vero. La fede è vedere, aprire gli occhi su questo mondo. Se non abbiamo nulla da raccontare, se viviamo una fede imbavagliata significa che non abbiamo incontrato Gesù.

           

 

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