“Quante volte ho guardato al cielo...”, cantava - negli anni della mia giovinezza - uno dei miei cantanti preferiti. E quando lo ascoltavo, pensavo a quante volte, anche io, ho guardato e continuo a guardare al cielo; così come credo faccia ognuno di noi, ognuno con motivazioni e intensità di emozioni diverse.

Guardiamo al cielo anche solo per capire come sarà il tempo, se dobbiamo uscire di casa con l'ombrello oppure possiamo fidarci del nostro istinto. Guardiamo al cielo per goderci, a volte, lo spettacolo di colori e di contrasti che esso crea, soprattutto in prossimità o poco dopo un temporale estivo. Guardiamo al cielo quando il suo colore azzurro naturale viene soppiantato dal rosso vivo di un tramonto.

Guardiamo al cielo quando passeggiamo sulla riva del mare per capire dove inizia uno e finisce l'altro. E poi, guardiamo al cielo anche per provare sentimenti di pace, per cercare serenità, per trovare risposte ai nostri perchè, a volte per gridare la nostra rabbia.

 Guardiamo al cielo per chiedere ai suoi abitanti di non dimenticarsi di noi, di guardare giù, ogni tanto, su questa benedetta terra e sui suoi abitanti che comunque, nella vita, spesso rivolgono lo sguardo al cielo, anche solo per mandare una preghiera o un pensiero carico di affetto ai nostri cari che sono già volati lassù e ci aspettano, magari presto, perché ci mancano così tanto da non poter resistere più di tanto senza di loro.

Quante volte guardiamo al cielo, per i più disparati motivi e quasi tutti accumunati da un unico intento, quello di guardare il meno possibile in terra, perché qui, sulla terra, tutti quei sentimenti di pace, di serenità e di infinito non riusciamo proprio a scorgerli. Guardando lassù, invece, magari qualche risposta e qualche stimolo per andare avanti riusciamo ancora a trovarlo.

 Forse pensavano così anche quegli Undici uomini di Galilea, intenti a fissare il cielo mentre il Maestro veniva elevato in alto, sottratto al loro sguardo da una nube che impediva loro di guardare in profondità, per vedere dove sarebbe andato; forse per poterlo raggiungere, un giorno, o forse anche solo per sapere in che direzione rivolgergli le loro suppliche e le loro richieste.    Ma, poveretti, non ne ebbero neppure il tempo. Si presentarono loro due uomini in bianche vesti, dicendo: “Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo?”. Quasi a dire: “Perché state lì a perdere il vostro tempo guardando in aria con nostalgia?”.

            Cari uomini in bianche vesti, lo sappiamo noi il perché; sappiamo noi perché stiamo a guardare il cielo. E voi, non ce lo impedite, almeno oggi. Non toglieteci il cielo: perché guardare il cielo, ogni tanto, ci fa bene, ci gratifica molto di più che guardare in terra, a questa terra che comunque guardiamo e vediamo tutti i giorni, e che non sempre offre visioni così gratificanti. Forse, però, se guardiamo al cielo, un po' di forza e un po' di voglia di andare avanti riusciamo ancora a ritrovarle.

                                                                                               don Franco Bartolino

Aggiungi commento

Inviando un commento accetti le politiche di privacy di piccolemissionarie.org
Informativa sulla privacy


Codice di sicurezza
Aggiorna

Su di noi

Nel nostro nome "Piccole Missionarie Eucaristiche" è sintetizzato il dono di Dio alla Congregazione. Piccole perchè tutto l'insegnamento di Madre Ilia sarà sempre un invito di umiltà, alla minorità come condizione privilegiata per ascoltare Dio e gli uomini.
80124 Bagnoli, Napoli
[+39] 0815702809

Privacy Policy

Privacy Policy

Ultimi articoli

Newsletter

Iscriviti alla nostra newsletter