L’Eucaristia è il dono più grande che Gesù ha fatto alla Chiesa! La festa di oggi ci riporta al pomeriggio del Giovedì santo, all’istituzione dell’Eucaristia, alla lavanda dei piedi, al comandamento nuovo dell’amore fraterno. L’evangelista Giovanni annota che «avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine».
Eucaristia e carità fraterna si richiamano a vicenda e non possono essere disgiunte nella vita della chiesa, delle comunità cristiane, dei singoli credenti.
Ogni volta che partecipiamo alla Messa oppure sostiamo in adorazione e in preghiera davanti al tabernacolo, siamo richiamati a pensare alla centralità dell’Eucaristia, alla sua importanza insostituibile per la vita e il cammino della Chiesa, per la nostra vita cristiana. Senza l’Eucaristia non ci potrebbe essere la Chiesa, così come senza la Chiesa non ci sarebbero celebrazioni eucaristiche.
Gesù, nel discorso pronunciato nella sinagoga di Cafarnao, dopo la moltiplicazione dei pani, indica la manna come segno del suo corpo e usa frasi incisive per indicarci la necessità di comunicare al suo corpo e al suo sangue: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo […] Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui».
Le parole del Maestro Divino commentano con chiarezza il dono che egli sta per fare: «Prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: “Questo è il mio corpo, che è dato per voi; fate questo in memoria di me”. E, dopo aver cenato, fece lo stesso con il calice dicendo: “Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è versato per voi”» (cf Lc 22, 19-20).
La presenza di Gesù nell’Eucaristia non è semplicemente la presenza del Risorto così come si manifestò agli apostoli nel cenacolo o sulla riva del lago di Tiberiade. Nell’Eucaristia è presente Gesù nel «gesto del dono di sé»: l’offerta d’Amore che egli ha vissuto sulla croce è l’atteggiamento perenne di Gesù tra le braccia del Padre, ed è con questo atteggiamento che Gesù si fa presente nell’Eucaristia diventando pane che ci nutre e ci trasforma.
Senza partecipazione assidua e frequente all’Eucaristia non c’è questa intimità profonda col Signore, che è la vera vite, non c’è una vita cristiana seriamente impegnata.
Nel sacramento dell’Eucaristia Gesù ci ha lasciato un «testamento spirituale»: io vi ho amati fino al dono della vita e, se vorrete essere miei discepoli, anche voi dovrete fare altrettanto, amandovi gli uni gli altri con lo stesso amore.
Lasciamoci, dunque, nutrire e plasmare dall’Eucaristia – sacramento che ci fortifica e sostiene nel nostro impegno di credenti e di discepoli – nel nostro cammino di fede, di speranza, di carità.
sr Annafranca Romano
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