"Tutti Ti cercano!". Bella quest’espressione che esce dalla bocca degli apostoli, magari entusiasti dalla fama di Gesù, per i prodigi compiuti, per la Parola dispensata con autorità… Tutti ti cercano! Ma il Signore vuole andare oltre… No. Lui non cerca quello che cercano gli uomini…

«Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui, si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!» (Mc 1,29-39).

 Ma è proprio vero che tutti Lo cercano? Sì, è proprio vero! Il cuore dell’uomo sempre cerca Dio; anche quando sbagli l’indirizzo, andando verso strade contorte e contrarie a quella del Signore. Cercano Dio anche quando no lo riconoscono oppure vanno solo indietro ai propri interessi di benessere o di guarigione… senza la preoccupazione di entrare in rapporto stretto, amichevole o filiale con Lui. Tutti cercano Dio, anche quelli come Giobbe, che, dinanzi alla sofferenza, ai dolori e alle tragedie della vita e della Storia sembrano di noi avere niente a che aggrapparsi, privi di senso e di speranze.

«Giobbe parlò e disse: «L'uomo non compie forse un duro servizio sulla terra e i suoi giorni non sono come quelli d'un mercenario?...I miei giorni scorrono più veloci d'una spola, svaniscono senza un filo di speranza. Ricòrdati che un soffio è la mia vita: il mio occhio non rivedrà più il bene» (Gb 7,1-4.6-7).

In ogni modo, prima o poi, tutti Lo incontreremmo, e Lo troveremo così: Buono, compassionevole, misericordioso; capace di dare solo amore, perdono; donando non cose, ma Se stesso (Vangelo). E noi, cristiani, che ci accostiamo sempre alla mensa della Sua Parola e della Sua Eucaristia, non possiamo fare a meno di annunciare come Paolo, il Vangelo della Vita e della Salvezza, nella certezza che un giorno ci incontreremmo tutti insieme, come fratelli, alla Luce del Suo Volto.

«Fratelli, annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo!  Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato. Qual è dunque la mia ricompensa? Quella di annunciare gratuitamente il Vangelo senza usare il diritto conferitomi dal Vangelo.  Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero. Mi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno. Ma tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe anch'io» (1Cor 9,16-19.22-23).

                                                                                                                        suor Maria Aparecida

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