Gv 2,13-22
NON FATE DELLA CASA DEL PADRE MIO UN MERCATO!
Siamo a Gerusalemme ed è vicina la Pasqua dei giudei, ma siamo soprattutto nel tempio, luogo simbolo della religione, luogo che rappresentava l’identità di questo popolo. Nel tempio non si vive aria di raccoglimento e preghiera, nel tempo è diventato anche luogo di commercio. Ed ecco che troviamo anche un Gesù insolito, che reagisce con i gesti e con le parole. Non fate della casa del Padre mio un mercato.
Questo è il suo monito, la costatazione e l’esortazione ancora una volta a non confondere ciò che è di Dio con ciò che è degli uomini. Gesù sente un profondo legame con il padre e un grande senso di appartenenza. Il tempio è il posto per incontrare Dio, il padre suo, non un mercato dove si fanno affari.
Ovviamente la reazione di Gesù non passa inosservata ed ecco che i giudei vogliono un segno che giustifichi tutto questo. Ma il Signore offre molto di più, non un segno, ma un dono , il suo corpo, dove non c’è la logica del mercato ma dell’offerta, dove nessuno può fare affari ma può vivere la gratuità. Un corpo indistruttibile, che supera la morte e dopo la resurrezione diventerà il tempio dove tutti possiamo riposare, dove possiamo solo ricevere senza nulla dare in cambio, dove possiamo ritrovarci e riscoprirci fratelli.
Nel dono del suo corpo anche noi tutti siamo il tempio di Dio, luogo dove Lui abita e quindi con Lui indistruttibili per sempre. Siamo il luogo che custodisce Dio, che offre Dio, che ricorda Dio!!!
sr Giuliana
32^ Domenica Ordinaria (A)
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