L’incontro con Gesù cambia la vita. O almeno, così dovrebbe essere per ciascuno di noi. La sua chiamata è un invito audace, che spesso arriva nei momenti più inaspettati, proprio come accadde a Pietro e ai suoi amici. Dopo una notte di fatica senza risultati, il Signore invita Pietro a fidarsi e a gettare nuovamente le reti.
Ed è proprio qui che avviene il miracolo: non solo una pesca abbondante, ma un cuore trasformato dalla fiducia nella Parola di Dio. Anche nei momenti di difficoltà, di delusione o di buio, il Signore ci invita a ripartire, a non arrenderci e a vedere la vita con nuove prospettive.
Pietro riconosce la propria fragilità, il proprio essere peccatore, ma Gesù non prende le distanze da lui. Al contrario, lo chiama ad essere suo collaboratore. Questo è il vero miracolo: Dio che si fida di noi, che ci chiama nonostante i nostri limiti e che ci invita a costruire con Lui qualcosa di più grande.
Gesù invita Simone a non temere e avanza una proposta difficile da capire già nel suo significato letterale: «sarai pescatore di uomini». Eppure questo invito è l’immagine della vocazione: Simone è un pescatore, quella è la sua identità, e va bene così, non c’è nulla da cambiare o distruggere. Gesù vuole valorizzare quello che Simone è già, mettendo la sua identità a servizio del Regno: pescatore di uomini.
In questa frase c’è un progetto, perché c’è il presente e il futuro. Quando Gesù ci chiama a seguirlo, non vuole distruggere quello che siamo, vuole semplicemente portarlo a compimento! E affinché la promessa si compia, occorre lasciare, per non restare intrappolati: «lasciarono tutto e lo seguirono».
Anche noi, come Pietro, siamo chiamati a gettare le reti là dove il Signore ci indica, con fiducia, con speranza, con la certezza che solo Lui può trasformare il nostro poco in qualcosa di straordinario.
sr Annafranca Romano
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