Il primo pensiero che mi sovviene in questa solennità dei santi Pietro e Paolo, è quello di considerarli fratelli nella fede, uniti come se fossero una persona sola: entrambi vengono venerati lo stesso giorno, spesso nell'arte vengono raffigurati l'uno accanto all'altro. Ma è poi così vero che due santi che ricordiamo nello stesso giorno e con la medesima solennità hanno vissuto la fede in maniera simile? Chi pensa questo di Pietro e di Paolo, non li conosce affatto. Non conosce il Pietro delle sicurezze e il Paolo delle sfide; non sa cosa significhi veramente che Pietro abbia in mano le chiavi e Paolo la spada. Non sa che uno è pietra di fondamento e che l'altro le pietre le ha usate per gettarle sul giovane Stefano, che è stato martirizzato da lui, ma che poi ha contribuito a convertirlo. Chi pensa che i due Apostoli siano simili, non sa che Pietro è tradizione e Paolo frontiera; Pietro è certezza e dogma, Paolo è ricerca e innovazione; Pietro è casa, Paolo è strada; Petro è governo, Paolo è missione: così diversi, eppure così necessari, entrambi.
Pietro cerca di essere un ottimo giudeo, irreprensibile di fronte alla legge, ma spesso il suo comportamento è da pagano, o forse ancor peggio, da avversario di Dio, da “satana”, come gli disse il Maestro; Paolo è amico dei pagani, ma per via della formazione farisaica ricevuta, vive in maniera integrale la sua fede, alla maniera dei giudei più radicali. Pietro è sommerso dal senso del peccato e dal suo essere peccatore e ha bisogno continuamente di un Dio misericordioso che lo rincuori e gli dica “Ma tu mi ami più di costoro?”; mentre Paolo è talmente pieno di sé che toccherà al Maestro sulla via di Damasco. Pietro conosce di persona il Cristo; Paolo no, anzi, sarà il Cristo che andrà a fare conoscenza di lui. Pietro usa da sempre la barca per pescare, Paolo impara a usarla per navigare, per andare ad annunciare anche a costo di un naufragio.
I due sono talmente diversi che nei pochi giorni in cui s'incontrano di persona, per non azzuffarsi devono spartirsi il campo dell'annuncio del Vangelo: e questo, non senza tensioni, dal momento che la visita di Pietro ad Antiochia fa andare su tutte le furie Paolo per gli atteggiamenti “ipocriti” del capo degli Apostoli. Ma chi, fra questi due fratelli, può essere detto il più “cristiano”? Pietro il tradizionalista o Paolo l'innovatore? Pietro, il conservatore della fede o Paolo il profeta progressista? Questi sono problemi e interrogativi esclusivamente nostri e ce li poniamo di fronte a ogni ministro della Chiesa - papa, vescovo o presbitero che sia - che si mostri, a turno, più legato alla tradizione o più aperto alla novità. Ma Pietro e Paolo a queste cose non hanno avuto affatto tempo di pensare: erano fuoco puro, avevano qualcosa che “bruciava” loro dentro, un assillo quotidiano, una carità che urgeva, che li ha portati entrambi a dare la vita per Cristo. Pietro fedele alla tradizione e alla continuità, Paolo fedele al nuovo e al diverso. Entrambi martiri, testimoni, senza più sangue nelle vene, perché tutto sparso in libagione. Ciò che conta, allora, antichi o nuovi che siamo nel vivere la fede, è spiegare le vele, terminare la corsa, combattere la buona battaglia.
don Franco Bartolino
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