Continua ad accompagnarci anche in questa domenica la figura di Giovanni Battista, il profeta della chiarezza che per tutti ha una risposta. La sua predicazione ha superato il deserto dell’indifferenza, le barriere della comodità, la gente va da lui e domanda: “Che cosa dobbiamo fare”?
Preparare le vie al Signore significa dare una forma ben precisa alla propria attesa. Abbiamo capito che sta per accadere qualcosa di nuovo e splendido, ma cosa dobbiamo fare affinchè noi possiamo essere parte di questo evento salvifico? Per ben tre volte troviamo questa domanda, da tre categorie diverse di persone: le folle, i pubblicani, i soldati.
Per ognuno c’è una risposta, un’indicazione, una proposta. Primo passo a cui invita il Battista è la condivisione: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Rendere gli altri partecipi di ciò che abbiamo, è ciò che poi farà Gesù nell’incarnazione; ci rende partecipi della sua natura divina condividendo la nostra natura umana. Dio divide la sua tunica con noi nel momento in cui sceglie la terra. Cristo, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini. (Fil 2,6-7)
Poi c’è un secondo passaggio che Giovanni suggerisce ai pubblicani. Fermare la bramosia dell’avere, la tentazione di sempre, di abusare del proprio potere, della propria posizione, dire no alla ricchezza che è frutto del sopruso al povero. E anche ai soldati fa un invito alla giustizia e all’equilibrio; accontentarsi delle proprie paghe, non maltrattare.
Tutti chiamati ad attendere, ma ognuno nel concreto che vive. Si attende con i gesti, con gli atteggiamenti nuovi, con le scelte piccole, quotidiane, possibili.
L’ultimo profeta evangelizza così, invitando a puntare lo sguardo su Gesù che deve venire, indicando l’orizzonte e non se stesso:“Viene colui che è più forte di me”. Il suo compito è predisporre e predisporsi all’attesa, preparare il terreno, dare le occasioni per la conversione e poi anche lui con e, come tutti gli altri, guardare a colui che deve venire.
Suor Giuliana Imeraj