Mc 1,29-39


Oggi il vangelo di Marco ci presenta la giornata tipo di Gesù. Siamo ancora a Cafarnao dove Gesù è circondato dai discepoli e da tanta gente e la sua fama ormai ha raggiunto tutti, soprattutto quelli che hanno bisogno di essere liberati dalle loro malattie. E Gesù che è venuto per questo, proprio per chi ha bisogno di Lui, dona tutto il suo tempo, fino a dopo il tramonto.
Gesù è tutto per l’uomo, ma non dimentica il suo rapporto con Dio, al mattino presto si ritira nel deserto per pregare.
Signore, tutti ti cercano…ma Gesù dice di andare altrove. E’ la prima predica di Gesù: ha insegnato ad andare altrove, oltre, non fermarsi alla prima folla, non illudersi perchè in tanti ci cercano. Andare oltre è l’intuizione che nasce dal suo contatto con il Padre, dal suo ritirarsi in un luogo deserto.
Lo stile di Gesù è inconfondibile, sa esserci per l’uomo bisognoso, sempre, senza calcoli e limiti di tempo ma, nello stesso tempo nulla lo può separare dal suo Dio. Rimanendo con Lui comprende quando è il momento di andare altrove… Altre sfide, altre seti, altre frontiere, altre povertà, nuove e difficili situazioni attendono una presenza di tenerezza e vicinanza. Questo il compito della Chiesa, di tutti i chiamati: comprendere, intuire, quando è il momento di andare altrove, e metterci sulle sue tracce, predicando la bella notizia e vincendo il male.
suor Giuliana

Mc 1,21-28

Gesù continua la sua vita pubblica e la sua predicazione, il Vangelo di oggi ci presenta Gesù che insegna come uno che ha autorità.

Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come “uno che ha autorità”…Sarà questo elemento dell’autenticità a rendere Gesù subito un maestro affascinante e pericoloso, che è bello ascoltare e seguire…la sua parola sa di novità, ma nello stesso tempo è un insegnamento che non lascia tranquilli.

L’insegnamento di Gesù è accompagnato dall’autenticità della vita e delle scelte. Tutti riconoscono ciò che è vero, ciò che è autentico, ciò che davvero tocca il cuore. Non riconoscono l’autorità di Gesù solo coloro che lo ascoltano con gioia, che lo accolgono nel loro cuore con semplicità, che si lasciano trascinare dal suo insegnamento… Il modo di fare di Gesù suscita domande e perplessità intorno, e ad alcuni la sua presenza risulta come una minaccia. Che vuoi da noi? Sei venuto a rovinarci?  È  una domanda, ma nello stesso tempo è come una affermazione, tu sei colui che ci rovina,  tu sei il bene, tu sei Dio.  Il male non ha paura di niente, nè tanto meno del male, il male in realtà teme solo il bene.  Dio è venuto a rovinare ciò che non ci appartiene, quella parte di cattiveria che non è nostra, ma di cui ci siamo appropriati. E’ venuto a distruggere in noi l’ipocrisia, la mediocrità, la superficialità, tutto ciò che non ci fa più assomigliare a lui, tutto ciò che non è il bene e che non dice la verità di noi.

In questa domenica anche noi siamo chiamati ad essere affascinati dall’insegnamento di Gesù, e perché no? A sentirci anche  un pò minacciati, scomodati, spinti a vivere in maniera autentica la vita.

Che il Signore possa davvero eliminare in noi tutto ciò che ci impedisce di accogliere il suo Vangelo di gioia, perché forse il vero peccato è proprio questo: non fare spazio al Vangelo nella nostra vita.

suor Giuliana

Mc 1, 14-20


È iniziata la predicazione di Gesù, in questa pagina di Vangelo lo troviamo che percorre le vie di Galilea invitando alla conversione, annunciando: Il Regno di Dio è vicino. La conversione consiste proprio in questo: accorgersi della vicinanza di Dio, della sua presenza nella nostra vita. Il cambiare vita è frutto di questa certezza, è conseguenza del farsi prossimo di Dio.
Così è avvenuto per i discepoli: essi sperimentano la vicinanza del regno di Dio…Gesù passa accanto al loro quotidiano, li vede e li chiama. I discepoli non sono diventati migliori nel momento in cui Gesù ha bussato alla porta della loro vita, ma quando hanno accolto l’invito a lasciare le reti e a seguirlo. Essi hanno permesso a Dio di renderli migliori, diversi, più uomini e pescatori di uomini. E allora Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni, si mettono al seguito del Signore, intuendo che qualcosa sarebbe cambiato nella loro vita per sempre.
Ancora una volta in questo veloce susseguirsi di chiamate da parte di Gesù emerge chiaro e insistente il desiderio di Dio di creare un legame, un rapporto, una relazione con gli uomini. Venite con me ripete Gesù, ma non per me, bensì per voi. Vi farò, infatti pescatori di uomini, vi insegnerò l’arte della comunione e della condivisione, darò alle vostre vite un senso pieno, allargherò le reti del vostro cuore e l’orizzonte della vostra mente.
Venite con me, perché voi siete fatti per cose più grandi, voi siete chiamati a vivere e dare la vita, insegnando la via del dono e dell’offerta, fino alla fine, come me!
suor Giuliana

Gv 1,35-42
Anche in questa domenica troviamo la figura di Giovanni Battista che ancora una volta sa indicarci il Signore. Da vero maestro invita i suoi discepoli a seguire l’agnello di Dio, gli sta a cuore la loro felicità. Ricorda loro così che lo scopo è incontrare Gesù. Ma Gesù non da risposte, né felicità immediate, piuttosto pone una domanda: ”Che cosa cercate? Poi propone un cammino e una scelta: “Venite e vedete”.
I discepoli scoprono il loro desiderio di stare con Gesù, di condividere la sua vita, infatti dopo aver visto rimangono e in quel rimanere scoprono di aver trovato il Messia. Il Signore è l’unico tesoro che non si può tenere per sé, va subito annunciato, così fa Andrea con Simone: racconta di Gesù al fratello e lo conduce a lui. È proprio così veniamo tutti in qualche modo condotti al Signore e nello stesso tempo siamo chiamati a condurre gli altri. E con questi altri il Signore farà grandi cose, come con Simone che subito gli consegna un nome nuovo e, nel nome, la missione.
Sono poche righe di Vangelo ma di una intensità incredibile: vite e ricerche che si intrecciano, gioie che si condividono, inviti che si accolgono, storie che cambiano. Tutto questo è possibile anche per noi perché ci sarà sempre chi ci indica veramente il Signore attraverso mille mezzi e infinite vie. Ma l’incontro con Lui sarà possibile anche perché sempre avremo nel cuore la sete di Dio, il desiderio di felicità che Lui stesso suscita in ciascuno e la semplice gioia di sapere dove dimora e di rimanere con Lui.
suor Giuliana

Mc 1, 7-11

Dopo aver contemplato il Verbo incarnato e averlo adorato con i re magi oggi il vangelo ci porta al fiume Giordano. E qui avviene l’incontro tra Giovanni e Gesù, l’annunciatore e colui che viene annunciato.

Sembra molto chiaro il ruolo di ognuno, Giovanni sa di non essere degno, sa che il suo tempo è finito, e come profeta qual è riconosce in Gesù il messia, e, come ci descrivono gli altri sinottici fa fatica ad accettare di battezzare Gesù.  Ma Gesù inizia la sua missione stravolgendo la normalità, lui che si è consegnato agli uomini già dalla nascita si fa battezzare da Giovanni, questo non diminuisce la sua dignità di Dio ma insegna un nuovo modo di relazione con lui. Si fa battezzare, come tutti, assieme alla folla dando già un sapore di novità così il suo cammino con gli uomini, alla sua predicazione, all’annuncio di un vangelo che finalmente non punta il dito, non rimprovera, non giudica.

È interessante la sottolineatura di Marco: “Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni” .  Gesù si mette in cammino per arrivare al giordano, per compiere quel gesto come a dirci che la nuova vita con Dio, inizia solo se ci muoviamo, se andiamo incontro all’altro, se ci mischiamo con la folla.

Segue poi il battesimo di Gesù, la rivelazione più bella della nostra fede, il cielo si squarcia, lo spirito scende sotto forma di colomba e la voce del Padre che conferma il suo amore per il figlio e nel Figlio per tutta l’umanità. Gesù inizia la sua vita pubblica come sotto il segno della comunione, come a dire che da soli non si può annunciare niente di bello, è solo la comunione rende possibile l’amore vero.

“Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento” , una affermazione che ci riempie il cuore e ci fa sentire veramente amati. Questa è la missione di Gesù e di quanti lo seguono, ricordare agli uomini che sono amati. Questa certezza cambia la nostra storia e quella del mondo, da qui parte un nuovo modo di esistere, da cui nascono le scelte per la vita, da cui l’altro diventa fratello e prossimo.

Su di noi

Nel nostro nome "Piccole Missionarie Eucaristiche" è sintetizzato il dono di Dio alla Congregazione. Piccole perchè tutto l'insegnamento di Madre Ilia sarà sempre un invito di umiltà, alla minorità come condizione privilegiata per ascoltare Dio e gli uomini.
80124 Bagnoli, Napoli
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